Dinamismi modulari dedicata a Nuvolo
Catalogo della mostra antologica con dedica al maestro Nuvolo
Nel segno della dialettica: i Dinamismi modulari di Carlo Carnevali
Carlo Carnevali, l’artista umbro protagonista di questa ampia personale in uno spazio difficile quanto stimolante come gli ambienti sotterranei della fortezza sangallesca voluta da Paolo III, costituisce un esempio particolarmente probante di quanto affermato nella premessa: alieno dal seguire le mode del momento mediante improvvise giravolte nella sua poetica, ha perseguito nei suoi trentacinque anni di fedeltà all’arte (in mostra è stato volutamente inserito un lavoro degli esordi, del 1973), una direttrice sostanzialmente univoca centrata, come vedremo fra breve, sull’eterna dialettica fra segno e colore. Proprio la dialettica, non solo quella di ambito squisitamente pittorico, ma nella sua specifica essenza di vitale dialogo fra istanze di natura diversa se non opposta, caratterizza l’intero percorso artistico-esistenziale di Carlo Carnevali. Umbro di Perugia, ma con una sottolineata origine nel contado di questa città (ove tuttora vive e lavora), l’artista ha abbinato una formazione di tipo autodidattico ad un mirato affinamento delle proprie conoscenze attraverso lo studio accademico, dove tra i suoi maestri, ha avuto, fra gli altri, un vero e proprio indagatore del segno come Nuvolo. Ma alla consuetudine con la sua terra, certamente amata e vissuta intimamente quale ineliminabile radice, Carnevali ha intelligentemente affiancato prolungate esperienze all’estero, non solo tramite viaggi di studio, ma attraverso la diretta frequentazione di personalità molto rilevanti: tra queste, per limitarci ai nomi più significativi, Willem De Kooning e Antoni Tàpies, le cui tracce, sia a livello dei morfemi utilizzati sia su quello delle tecniche indagate, permeano, alimentandone l’humus, alcune ricerche di Carnevali. Un ulteriore elemento dialettico presente nell’artista umbro è il continuo ed intenso interscambio fra una dimensione operativa molto spesso legata ad una convinta artigianalità e l’aspirazione ad esprimersi, specie negli interventi installativi (ma non soltanto in essi), verso una più marcata artisticità del proprio fare. Ma l’interrelazione più significativa fra elementi di diversa natura è nel cuore stesso della poetica di Carlo Carnevali. Come già ebbi modo di notare un paio di anni fa, in occasione di una emozionante installazione dell’artista a Torre Strozzi, la sua ispirazione fondamentale si innerva su un apparente paradosso: la presenza di un modulo matematico-geometrico ben riconoscibile (un quadrato di quindici centimetri di lato, vera e propria unità generativa di base) e la parallela esigenza di variazione continua di quello stesso modulo, non nella dimensione lineare ma nella ricerca incessante di segni, cromie e morfemi, pronti a suggerire un dinamismo senza confini. Riescono così a trovare tangibile espressione vere e proprie forme di pensiero, proprio nel senso rivelatore a cui si è alluso nella premessa iniziale: da una parte il desiderio di affidare ad un’unità concettuale di tipo modulare una possibile relazione con un ordine che potrebbe nascondersi nel mondo e che il nostro intelletto potrebbe riuscire a cogliere, dall’altra la spinta opposta che scorge nelle innumerevoli possibilità combinatorie del segno e del colore una metafora dell’infinita varietà dei fenomeni che ci circondano, una vastità che, probabilmente, nessuna mente umana potrà mai riuscire davvero a dominare. Ordine e caos, geometria e indefinibilità, modulo sintetico di una possibile struttura dell’esistente e allusione all’incommensurabilità delle cose: proprio in queste irresolubili coppie dialettiche si cela, con ogni probabilità, la nostra più autentica dimensione esistenziale, continuamente sospesa tra desiderio di comprensione e coscienza della immane difficoltà di tale obiettivo. I Dinamismi modulari di Carlo Carnevali, nella cui genesi si colgono significative affinità con le ricerche di uno dei suoi maestri, il già ricordato Nuvolo, alludono dunque, con notevole efficacia icastica, all’enigma dell’esistere. (testo di emidio De Albentis estratto dalla presentazione del catalogo)
MOSTRE: DA 'DINAMISMI MODULARI' 7000 EURO IN BENEFICENZA (AGI) - Perugia, 24 feb - "Donna ed arte sono un binomio inscindibile, entrambe muovono il mondo, con questo mio gesto ho voluto sottolineare che l'universo femminile e' ancora vittima di violenza ed abusi ed e' sempre piu' inaccettabile far passare come normale una condizione di disagio che di normale non ha assolutamente nulla". Cosi' Carlo Carnevali, artista umbro che nel periodo natalizio, fino all'11 gennaio, ha occupato il Centro Espositivo della Rocca Paolina con "Dinamismi modulari", retrospettiva dedicata al pittore tifernate Nuvolo recentemente scomparso, ha commentato la destinazione a scopo benefico del ricavato della vendita delle sue formelle d'arte all'associazione "Alle Querce di Mamre". Il sodalizio, fondato nel 1997 dal medico chirurgo Vittorio Trancanelli, scomparso nel 1998, conosciuto da Carnevali e del quale aveva apprezzato la grande umanita', da' accoglienza su segnalazione della Caritas della Diocesi di Perugia a mamme con i loro bambini, ragazze madri, per lo piu' immigrate dai paesi dell'Est, Marocco, Kossovo, sole e senza lavoro. Sono state 72 le opere, un originale unico dalla forma quadrata con il lato di 15 cm, vendute nel corso della mostra che hanno consentito di ricavare oltre 7.000 euro. "Con questa mia iniziativa - ha commentato ancora Carnevali che ha tagliato il traguardo del 35esimo anno di carriera - ho voluto esprimere solidarieta' a coloro che si trovano in difficolta', coniugando il binomio arte e beneficenza". La consegna del ricavato e' avvenuta stamani, nella sede della Provincia di Perugia e, a dare riconoscimento al gesto compiuto da Carnevali, al momento il solo tra gli artisti che per anni hanno affollato la sede espositiva del CERP appartenente alla provincia stessa, oltre al presidente Giulio Cozzari, monsignor Giuseppe Chiaretti, vescovo della diocesi di Perugia - Citta' della Pieve, nonche' il presidente dell'associazione Fausto Santeusanio. "Sono qui per mostrare la mia gratitudine di fronte a questo segno di grande umanita', in un momento dove siamo schiacciati da tanta disumanita' - ha detto il Vescovo, sottolineando - cercare la verita' attraverso gli strumenti dell'arte e' un'ottima via di ricerca, ogni percorso ha il proprio carattere da quello artistico a quello scientifico, da quello filosofico a quello religioso". Ha concordato nella valenza di "un'iniziativa che fa crescere l'attenzione verso gli altri" anche Giulio Cozzari. "Spero sia la prima di una lunga serie - ha detto - cosi' da allargare la funzione culturale dell'ente ad una dimensione sociale".